mercoledì 19 aprile 2023

SUBURBAN NOISE Somewhere between now and forever (lp 2022 Overdrive, Shove, Waterslide)

 


Il 2022 ci ha riservato last minute un inaspettato regalo, ad accrescere la buona annata targata Apulian punk/HC. Stavolta protagonista il redivivo trio emo-core per eccellenza emerso in regione, pugliesi di nascita ma relocated per 2/3 nello stivale da oltre 20 anni, anche se quando si cita la sigla si torna indietro alla seconda metà dei '90, quindi residenza LE. Trovata la quadra logistica, la fattibilità é venuta da sé, seppur a puntate tra 2019 e 2021, faticosi buchi di tempo tenacemente ritagliati che hanno concretizzato il progetto lp che ho tra le mani, reso possibile dalla Overdrive con la collaborazione di Shove e della nipponica Waterslide, presentato ufficialmente live il 29 dicembre scorso in uno splendido concerto rimpatriata a Taranto con i Carne e gli Arsenico. 

E così belli in forma si ripresentano con immutata dedizione alla cronache musicali, anche se due brani qui presenti erano stati editati nel frattempo in un singolo digitale, che mi esaltarono al punto da stalkerizzarli nei mesi a venire. Sì, la colpa di quei brani é stata quella di offrire la perfetta sintesi -affinata- del loro suono: più core in Our simple song e più pop in Ora/Qui, macinati a nastro da chi scrive. Di seguito riporto la recensione che pubblicai su Nikil webzine (agosto 2020):

"Semplicemente una storia umana, fatta di passione, amicizia e altruismo. Questi sono e rimangono i Suburban Noise, terzetto salentino che inaspettatamente, a distanza siderale dall'ultima release in attività (lo split 7” con i concittadini Room 104, estate 2000, anche se l'ultima reale in ordine cronologico è stato il cd El sonido del Suburbio, che riuniva il 7” Sunward, lo split citato ed il mcd Here comes the Sun più bonus live, per la giapponese SP rec nel 2009), tornano a farsi vivi a novembre 2019 con il singolo liquido Here/Now, con l'aiuto della Loyal to Your dreams.

L'idea che sta alla base del disco è venuta spontanea come forma di incoraggiamento e supporto ad un amico comune in difficoltà, Marco Morosini, bassista e seconda voce di Eversor / Miles Apart, autentiche leggende dell'underground nostrano d'esportazione emo-core e confini indie-rock (nonché componente del progetto Sender, e i più recenti Mannaia), che da fine giugno 2019 sta affrontando (e vincendo!) una seria problematica di salute. Ritrovatisi, anche se vivono in tre zone diverse dello stivale, con tutto ciò che ne consegue tra tempo mancante, incastri e logistica, hanno composto di getto questi pezzi, a ricordarci che il fuoco della passione per Luca, Luigi e Stefano non si è mai spento.

Le coordinate sono sempre quelle: HC melodico con una morbida vena emo-pop di sottofondo, suonato con una esaltante foga, memore degli insegnamenti impartiti da Samiam, Lifetime, Sensefield, e appunto, Eversor/Miles, cioè quelle band che dietro un'apparente semplicità di scrittura hanno sempre celato una profondità sentimentale, dote che ha fatto sì rimanessero nel cuore di tanti appassionati sparsi per il globo. E loro si aggiungono alla lista per il sottoscritto, a conferma di quella scintilla che me li ha fatti amare sin dal primo momento (e parlo di ben 23 anni fa, quando ascoltai il secondo demo-poi vinile Sunward).

La registrazione avvenuta in casa SudEStudio è sinonimo di affidabilità (il cui titolare e factotum è proprio il bassista Stefano Manca), a dare quel tocco in più all'insieme: una voce dalla timbrica pulita -ancora magicamente teen!-, una chitarra più sporca che distorta e una scoppiettante, energetica sezione ritmica tessono le due tracce presenti, animate da una -intatta!- grazia melodica, mai piaciona né ruffiana, corredate da testi struggenti, dall'imprinting emozionale, dove l'incontro tra sensibilità e umanità genera un fiume di significative sensazioni...E, credetemi, specie in questo disco, non sono parole di circostanza.

Our simple song è un pezzo veloce decisamente avvincente (la loro vetta assoluta?), che ama la dolcezza senza trascurare l'impatto, una grower song dall'agile sviluppo e dall'intensità parimenti crescente, con quel sing-along finale che potrebbe durare all'infinito senza stancare, e la più pacata elettroacustica Ora Qui, cantata in italiano che, se proprio vogliamo trovare riferimenti, si aggira dalle parti di certi Farside/Solea, a trasmettere altre good vibrations. Due pezzi che si collocano tra i migliori episodi della loro discografia: una festa ascoltarli! 

Come ben sappiamo, una melodia indovinata, un riff, un testo ispirato, una canzone che tocca le giuste corde emotive personali (qualsiasi esse siano) sono in grado di rimetterti in sesto, facendo vivere ed affrontare meglio la quotidianità...Forza Marco!

Un instant record che vi invito caldamente a scoprire: cogli l'attimo, qui ed ora!"


Aggiungiamo a questi due assi, altri 6 a comporre l'album: A poem's line e Inside Out rievocano e riattualizzano la parabola dei migliori Starmarket, con quel feeling che scava e trasporta in un luogo di benessere, replicata dal sommesso respiro di A new day in odore degli amati (primi) Sensefield, quando Aaron si concentra su una linearità di gioco che va e viene con una circolare melodia (con tocchi di piano nella prima parte a puntellare il tratteggio melodico), con i brevi acustici Flying a kite (strumentale) e Lontana la riva ad accompagnarci per mano alla fine dei rispettivi lati del vinile (no cd). Un pieno di carica vitale dispensata in 25 minuti, senza giri a vuoto e teneramente semplici così come traspare dall'artwork adottato e dal booklet, suggestive polaroid di passato-presente-futuro in linea col sobrio carattere dei tre.

8 caldi brani dal vivace romanticismo, che sarà pure fuori stagione ma che continua ad intrigare, rimandando a quel tempo in cui la corrente emo-core da culto cominciava ad affacciarsi come credibile realtà (non ancora intaccata da fama/fame delle classifiche e preso per il culo tra moda e tronfie macchiette, come accadrà sovente nel nuovo millennio, quando perderà progressivamente, con l'incremento del comparto pop, quasi del tutto l'originaria declinazione attitudinale), interessando gusti ed ascolti di molti, rapiti dalla parte più malinconica e introspettiva del suono HC.

Immergetevi in questo viaggio fatto di riflessioni esistenziali open to life, ricordi e/o domande che siano, elementi che nel loro continuo interagire danno un senso a quella fragile costruzione mobile che é l'uomo pensante, con un suono adatto a sorreggerne la sostanza; come sfogliare un diario personale in cui rivedersi, quei piccoli piaceri senza pretese, ma in grado di sopravvivere profondamente al tempo che trascorre.

suburbannoise.bandcamp.com
over-drive.it
watersliderecords.bandcamp.com
shoverec.bandcamp.com