martedì 9 febbraio 2021

Masseria MAIZZA - Fasano (BR) 1996-2002 ...Old's Cool!

 


Semplicemente, un breve ma doveroso ricordo di una grande esperienza nostra, per vicinanza e sentimento.

Sì, perchè quella bella e spaziosa costruzione immersa nella campagna e non distante dal mare, qual è stata la masseria Maizza, è stata la casa ove incrociarsi nei tanti fine settimana durante quei sei anni e poco più che hanno segnato il suo intero ciclo esistenziale, che molti di noi ancora sentono con smisurato affetto, al netto dell'effetto nostalgia (canaglia).

Vado a memoria...

L'atto finale fu la conclusione, nel settembre 2002, del contratto di comodato d'uso decennale siglato tra proprietà e cooperativa sociale cui era stata data in gestione, e nonostante l’impegno per cercare una mediazione sino all'ultimo istante, era chiaro a tutti che l'altisonante progetto di sfarzoso snaturamento avrebbe prevalso. Infatti era già in cantiere la trasformazione del sito in un agriturismo de-luxe, con tanto di piscine e campo da polo per ricconi. E così fù. 

Ma cosa avrà avuto di così speciale questo posto, per parlarne ancora a distanza di oltre 18 anni? Lo ripeto, una delle più illuminanti esperienze locali.

La storia fu attivamente promossa e inizialmente avviata, diciamo nel 1995, grazie allo sprono della Rumble Fish Corporation, stoica diylabel-distro messa su da Antonello L'Abbate con gli altri Shock Treatment, decani della scena pugliese in ballo dal 1991 al 2003 (con ben 6 dischi e 3 demo-tapes pubblicati: immaginate un suono stravolto -a trazione ritmica- che si abbevera della fonte post nelle sue varianti dissonanti e arcigne declinazioni, che siano core o noise, hard o punk, se non tutte insieme in libertà), i quali decisero di dare mano preziosa ai pochi gestori, collaborando fattivamente alla vita del luogo, rianimato con il coinvolgimento delle nuove leve autoctone, accomunate dal collante musicale e desiderose di crescere con le proprie forze. Man mano che la convinzione cresceva ed il gruppo costituente si conosceva all'atto pratico -anche dibattendo criticamente- la faccenda montava e meglio si definiva il progetto in essere che si erano prefissi, proponendo attivita' che rispecchiassero le anime degli attivisti, senza obblighi né convenienze di facciata, solo voglia di fare a modo loro e niente più. Meglio fare che non fare, no?

Così nacque l'idea che l'avrebbe fatta conoscere e ricordare negli anni, una meritata fama guadagnata sul campo con quel ghiotto appuntamento che si teneva puntuale come un orologio svizzero ogni anno a luglio: il Rumble Fish festival, che muterà poi denominazione nel 2001 in Maizza festival, tributo appunto all'accogliente masseria ospitante. L’iniziativa era volta a mostrare, nel corso della consueta due giorni, band -principalmente HC/punk- dell’area underground italica, orbitanti nell'universo dell'autoproduzione; dalla prima edizione in una diversa location (Circolo Pericle) con soli gruppi locali, alla prima nazionale del 1996 durata ben tre giorni, che in realtà fece da presentazione al cd Get the Usual suspects out, coproduzione a 4 che vide coinvolta la stessa R.F.C., con la presenza di quasi tutte i nomi partecipanti alla -valida- compilation (qualcosa come 16 band su 20!), poi stabilitasi con lo standard degli 8 gruppi in cartellone, andata avanti sino ad arrivare alla ottava ed ultima nel fatidico 2002, quella accolta, per la prima volta, da uno scroscio d’acqua tale da costringere a tenerla indoor. Ogni anno ho fatto in modo di esserci, come tanti altri, pur vivendo altrove, riuscendovi sempre e comunque...Perche'?

Il significato di scena emergeva e si rafforzava proprio in queste situazioni, tra incontri e reincontri, nuovi e vecchi amici con happening all'insegna della sbracata (pre) vacanza, specie per le truppe calatesi fin quaggiu' a godersi mare e campagna, per quanto in basic condition, spiattellati in un weekend di quelli belli torridi, come da sudata consuetudine pugliese. Abbracci e baci, scambi e acquisti dai banchini, progetti da sviluppare tra improvvisate cordate diy nate davanti un piatto di pasta, una birra o partita a calcio, foto, video e quant'altro ci faceva sentire sulla stessa lunghezza d'onda, contribuendo ognuno a modo suo a creare l'evento.

Personalmente non dimentico diverse serate tirate a fare l'alba, passate a chiacchierare su mille argomenti, col Presidente Antonello (l'urlante burbero dal cuore d'oro) o qualche cena di ritrovo a cazzeggiare ascoltando musica, suonata o diffusa, anteprime di pubblicazioni, fossero fanzine (qui operava l'ottima Karta Kanta/Carta Stracci del bell'Angelo Olive), cassette e/o dischi poco importava, predominava il piacere di stare insieme... Momenti superlativi che hanno cementato amicizie toste, di quelle che sopravvivono, che ci si riveda dopo 10, anche 20 anni e sembra invece come la sera prima.

Oltre a una vagonata di italiani, anche diversi gruppi esteri hanno calcato le assi del palco in&out (con il clou Avail/By All Means nel sett. 1998), nonostante la parsimonia con cui venivano organizzati i concerti (di media un paio al mese), conservando quella voglia di divertirsi nell'organizzare le cose, anche perchè le attività non erano finalizzate solo all'atto live o unicamente recuperare fondi per autofinanziarsi (per quanto una costante dei posti autogestiti simili...gia', il prezzo della liberta'). Difatti, le iniziative messe su dal collaudato staff (sfidanti all'ultimo sangue nei tornei di risiko promossi, va detto) erano varie e si susseguivano tra programmazioni di film/documentari, presentazioni libri, oltre al laboratorio di restauro mobilia, info shop, passando per il mercatino di abbigliamento di seconda mano (senza dimenticare la creazione di due sale prove, solitamente ad uso degli interni S. Treatment, i fuzz corers No Exit ed i cafo-noisers Phonorakes e dalle filiazioni scaturite dallo scioglimento delle ultime due, l'effervescenza punk-r'n'r dei Gangway! Man ed il sofferto incedere post-HC degli Erpice, tutti con dischi all'attivo, passando anche per Brusca e Superbarbers...). Una preziosa palestra per tanti giovani alle prime armi e non che, da quest'insieme, hanno saputo trarre stimoli per costruire autonomamente il proprio modello nelle proprie aree di riferimento, anche se a due passi. Altre solide situazioni si sono susseguite nei dintorni negli anni (la Masseria Foresta Autogestita, tuttora attiva e impegnata, per dirne una) però il fatto che si respirasse quel senso comunitario la rendeva speciale, se non familiare, almeno per chi l'ha vissuta nella sua forma più sana e coinvolta.

Insomma, in un periodo pur propizio per occupazioni e contesti autogestiti (se ne contavano in regione una quindicina, oltre a varie t.a.z. improvvisate), una tappa fondamentale per la Puglia nello sviluppo dei fermenti antagonisti del tempo, un cantiere dove i gruppi trovavano la famosa isola felice, imbattendosi realmente nella pratica cultura do-it-yourself, sbattimento e soddisfazioni inclusi, andando anche ben oltre il piano squisitamente musicale. Una inestimabile esperienza per chi come noi ha avuto la fortuna di viverla e, anche dopo quasi quattro lustri, unica. Sì, una nostra gran bella storia, di fatto alternativa.


P.S.: Diretta appendice, visto il naturale collegamento col fin qui narrato, il nuovo posto autogestito, attivato nel 2003 da diversi orfani coinvolti nella precedente storia: il Coccaro 3, nome preso dal riferimento ubicativo dell'area (la stessa della vecchia locazione). Quando le cose cominciavano ad ingranare, nel marzo 2006 i locali furono bruciati in maniera dolosa, provocando ingenti danni alla struttura dell'intero casolare, inclusa la strumentazione ed il resto presente nelle stanze, che solo grazie ad una sottoscrizione da mutuo soccorso diy su scala nazionale fu resa meno pesante, almeno dal punto di vista economico. La conseguenza però fu la prematura interruzione delle attività, e purtroppo stavolta a tempo indeterminato. La memoria rimane, nel bene e nel male, che si sappia...

Citando alla rinfusa, un caloroso saluto e perpetui ringraziamenti a:

Antonello e Oriella, Fernando, Achille e Elena, Francesca, Ignazio e Domenico, Michele, la famiglia Olive (Angelo, Vincenzo e Franco), Paolino, Pierino, la coppia in trasferta Cristina e Donato, Giuseppe Pugliese, l'altro Giuseppe, Stomeo, Vito, Palmina, Piero, Lucio, Annarita, Gianfelice, Ambrogio... e tutti gli altri coinvolti, che solo il sopravanzare dell'età mi fa involontariamente dimenticare.