domenica 26 dicembre 2021

CONTRASTO Visto per Censura (cd + libro 2021 - DIY)

 


Dopo aver parlato dei lavori di Eversor e Sud Disorder, concludo parlando di questo disco così da completare quello che ritengo l'italian trittico più interessante del 2021 agli sgoccioli.

Nell'agosto scorso ho assistito alla presentazione del progetto di cui vado a parlarvi in occasione del Disaster Fest organizzato alla Masseria Foresta Autogestita nei dintorni tarantini (con concerto annesso della banda, per me la migliore della bella serata), dove Max, voce della band, ha spiegato l'iniziativa messa in piedi. Lodevole, per storia, contenuto, messaggio e finalità.

Nonostante ci siamo persi di vista da svariati anni, per mancanze del sottoscritto, ho continuato a seguirli attraverso i dischi, assistendo alla loro crescita e trovandomi pressochè concorde con lo sguardo analitico espresso attraverso testi e presenze in contesti che riflettono la loro attitudine libertaria contro. Parlo dei CONTRASTO, veterani dell'underground nostrano, appartenenti alla storica ondata HC della seconda metà anni '90, nati in quel vitale territorio tra Cesena, Forlì e Cervia, con bella gente e valide situazioni che quando potevo ho frequentato in quegli anni (dal Confino al Casello okk, amici tra Roid, Rebelde, Le Tormenta, La Quiete, fanzines e distro annesse...), saggiando di persona la bontà del loro sbattersi per le proprie idee. Una solida band sempre pronta a dare mano col suo integro hardcore da ben 25 anni, laddove hardcore abbraccia il suo pieno significato, quello insito nella sua natura antagonista. Prova, ennesima, questo cd + libro che riprende una documentazione fatta di umanità violata, sottoposta ad ogni genere di ricatto e coercizione, dimenticanza quando va bene, spesso umiliazione.

In questo specifico caso, si ripercorre quanto accadde nei giorni prossimi alla liberazione d'Italia dalla piaga nazifascista nel 1943, con la rivolta (per fame...) nell'ergastolo di Santo Stefano in Ventotene (tristemente noto come luogo speciale per la detenzione di dissidenti politici, chiuso poi nel 1965), utile ancora oggi a comprendere le schiaccianti dinamiche sull'esercizio del potere del piu' forte da una parte e l'audace autodeterminazione che si fa lotta a quell'iniquo sistema dall'altra. Una tensione palpabile positiva per quel moto d'innesco nelle coscienze, in condizioni estreme se non proprio disperate, eppur vive, nonostante il rapporto di forze impari: altro che impotente soggezione al destino!

L'istituzione carceraria è uno dei pilastri su cui fondare il buon esempio da parte del potere, senza fare inutile retorica. L'abbandono nelle quattro mura dell'individuo significa disfarsi del problema senza affrontarlo: il carcere con il suo sistema abbrutizzante, contenimento sociale che agisce per sottrazione al fine di redimere (annullare?) l'individuo pensante, allontanato dalla mischia sociale-produttiva per conformarsi a ciò che si attende da lui la giusta società perbenista che ostenta così la democrazia...appunto, democrazia e società. Quali? Quelle ipocrite dove trionfano arrivismo, menefreghismo, che inducono sfrenatamente ai consumi? Quella democrazia dell'azzanno consentito per l'agognato status sociale da esibire calpestando tutto a danno di altri, che fa crescere disparità e inevitabilmente difficoltà dello stare al mondo (specie quando le condizioni di partenza non sono alla pari)? Quella società che innalza ancora muri e muraglie, distruzione in nome di un progresso materiale che rema contro la vita stessa, che diffonde false informazioni e cibi tossici, che ostenta posizioni da medio evo? Una seria e profonda analisi della struttura e logica carceraria implica una spietata critica al sistema dominante, ergo, la società capitalista dentro cui viviamo, andando magari oltre l'indignazione a costo zero, buona unicamente per i salotti. Cosa fare? Riformarla, abbatterla, migliorarla? Tutto valido, se questo dipende e diventa un applicativo pratico, per quanto articolato, di estensione della propria sensibilità personale votata allo scopo, utile a capire meglio i meccanismi che la regolano agendo di conseguenza.

Il primo pezzo è l'audio racconto dello scritto che trovate all'interno del libretto, a seguire potrete (ri)ascoltare 23 brani dall'umore mai pacificato (il vero sentimento Hardcore, dopotutto), pescati dagli ultimi dischi della band dati alle stampe tra il 2012-2018, sempre all'insegna della coproduzione da famiglia allargata (il mezzo per arrivare ad una più possibile diffusione del disco in ogni angolo dello stivale e oltre, quella rete concentrica che anima il diy, nel connettere e condividere i progetti attivamente con spiriti affini).

Furiosi spesso (Democrazia (un cappio al collo), Tornare ai resti, Più di mille parole, Prima che tutto sia altro, Credere obbedire crepare a testa in giù), compatti e secchi (Cambiare tutto per non cambiare niente, Come il soffitto di una chiesa bombardata, Politica e rivoluzione, Ultimi fuochi di resistenza), dall'intensa narrazione (Questa non è forse guerra, Cento fiori son sbocciati, Le tue promesse sono pietre, la splendida conclusione acustica C'è qualcosa in me che è più vecchio di me) o tutto insieme, questi gli aspetti che incarna il loro travolgente HC dal fuoco vivo (che conserva sempre sotto sotto una ruvida scorza melodica), con quel lucido filo conduttore che, da un quarto di secolo, esprime rigetto ad un sistema che falsa e deforma la vita di molti, rendendola poco degna di essere vissuta, come invece meriterebbe la vita d'ognuno, importante e non ripetibile.

Una pagina strappata all'oblio storico, di quella che a noi piace ricordare ("Per quanto si tenti di ridurla al silenzio, la storia umana si rifiuta di tacere", dalle parole dello scrittore Eduardo Galeano), fatta di rivolta e resistenza in un periodo convulso del nostro percorso nazionale, un prezioso recupero di quella dignità calpestata ma non vinta, tuttora valida per un riaffermare di quella giustizia umana per troppo tempo soffocata (emergenza ancora odierna). Un racconto adeguatamente supportato da una colonna sonora che estende e rafforza il concetto esposto. Questa è azione di Contrasto.

Importante: e' il primo cd sfornato dai Contrasto, in una marea di vinili a cui rimangono fedeli, formato editoriale stavolta scelto per cercare di entrare nelle carceri, da sempre off limits per mille contestabili motivi. Dalle loro parole: "Portare la musica dentro un carcere significa poter mettere in risonanza/riverberare l'immaginario di chi si trova costretto/rinchiuso in un luogo di implosione e di torsione psico-fisica".  Non sono da soli, non siamo da soli.

contrastohc@gmail.com

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