domenica 27 settembre 2015

GROW UP, NOT BLOW UP!

DALLA DISUMANIZZAZIONE
ALLA FABBRICA DELLE ARMI
PER IL PROFITTO DELLA NAZIONE
O PER LA SUA DISTRUZIONE.
IL POTERE E’ POTERE, E' LA LEGGE DEL MONDO
COLORO CHE VIVONO PER MORIRE
FINIRANNO COL MORIRE DA SOLI
CON LE LORO MANI.
LA VITA NON E' PREORDINATA
SE RIUSCITE A FARE I CONTI CON ESSA.
RIFIUTATE IL SISTEMA CHE ORDINA
I COMPORTAMENTI PRESTABILITI.
A VOI LA SCELTA...
PACE O ANNIENTAMENTO
(“Annihilation”)

Un irremovibile monito, significative parole che esprimono bene l‘essenza protest del punk... Tante, sin dagli albori, sono state le bands succedutesi in questo panorama, che hanno fatto della materia anti la propria ragione di esistenza. La mia attenzione verterà qui su una tra le più radicali apparse nel firmamento Usa HC/punk della prima metà degli '80, al secolo musicale CRUCIFIX. Occorre però fare un doveroso salto temporale nel passato, per avere maggiormente chiaro qual era lo scenario di quei tempi, poiché questo risulterà fondamentale nel far capire meglio il “sentimento” in questione.

The act becomes real” (The Bollock Brothers)
Gli USA erano dominati dalla figura del conservatore Reagan, che appena subentrato a Carter, pensando di essere l’attore principale di un patetico film d’azione, iniziava a far danni nella vita reale nel suo doppio mandato, durato dal 1981 al 1989. La sua ricetta? L’opera di demolizione programmata dell'apparato sociale nazionale con la famigerata “Reaganomics” (liberismo sfrenato a tutto vantaggio del sistema privato) e la cultura guerrafondaia (tipica di chi si considera, avendone creato sistematicamente i presupposti con truffe e colpi bassi, la potenza del globo), con drastico taglio delle spese per l’assistenza socio-sanitaria in virtù dello spropositato aumento di quelle destinate a scopi militari, utile anche per minacciare a destra e manca l’uso del nucleare su scala mondiale per i traditori della causa capitalista. In Inghilterra montava l'incubo –assolto poi dai vari revisionisti storici- della Thatcher, l'oppressiva “iron lady” amica personale di molti dittatori (Pinochet, Somoza), colei che doveva salvare la nazione ma che, al pari del suo collega d’oltreoceano, incarognì tra il 1979 ed il 1990 con il suo devastante programma le classi meno abbienti ed il mondo proletario a colpi di forte repressione (tipo la sfida, vinta, della vertenza sindacale dei minatori, qualcosa come un anno di scioperi), distruggendo molte prospettive e sogni di giovani e meno giovani di costruire una società più egualitaria. Sopravvivono i più forti -che si arricchiscono ulteriormente-, mentre le fasce più deboli vengono affossate: peccato che ai nastri di partenza già non si era tutti uguali e con le stesse opportunità di crescita. Non ultima, l’onta della guerra per le Isole Falklands nel 1982 contro l’Argentina dei militari golpisti (quelli dei famosi 30.000 desaparecidos), utile solo per mostrare di essere sempre uno degli stati più importanti e centrale nelle vicende planetarie, posizione questa in netto declino. Il triste quadro era completato dalla guerra fredda in pieno atto, con l’esasperato clima tra la cortina di ferro del blocco orientale sovieti-comunista e l'occidente “democratico” liberista filo-USA. Questa “statalizzazione dell’odio” si riversa sulla società globale condizionandone i comportamenti, incidendo anche nel modo di esprimersi di una parte della nuova ondata punk, che muta il suo stesso atteggiamento. Percependo l'immane affronto che si stava compiendo sulla pelle di tutti, scatta quella scintilla che cerca di andare oltre una certa superficialità, maturando una coscienza analitica che approfondisce i contenuti e li proietta in un orbita di pensiero anarchico dall’esecuzione istantanea, radicalizzando la propria azione applicandola concretamente nella vita quotidiana, per creare una rottura con l'establishment… Il punk motivato dall’amore per la vita e l’odio verso chi la infanga: affiorano così temi animalisti, antimilitaristi, ecologisti, contro il nucleare e le discriminazioni sessuali, riconsiderazione degli spazi sociali e vita comunitaria -che alcuni (faciloni?) denomineranno di natura neo-hippie- su tutti i Crass e gruppi correlati alla Crass rec./Mortarhate (Flux of Pink Indians, Conflict, Zounds...). C'è poca aria di divertimento spensierato (nonostante tanta disco-muzak…), molta invece la voglia di dare scossoni e lanciare input che seminino rivolta allo stato delle cose. Dal “No future!” nichilista ’77 quindi si passa ad un “No future?” in cui la vita, anche se con una visione disperata, trionfa, rimarcando il Punk come forza propositiva di cambiamento, una terapia d’urto con lo specifico obiettivo di insinuare dubbi sulla sostanza degli aspetti e coinvolgere l’animo umano per creare le condizioni di un suo risveglio attivo. Dalla provocazione sottoculturale alla rivendicazione politica controculturale; come dissero i Crass “La Germania ha avuto la Baader-Meinhof, l’Inghilterra il punk”. L'inquietante profezia espressa da G. Orwell nel suo romanzo 1984 viene adottato come manifesto-decodificatore letterario del contemporaneo dalla originaria scena anarco-punk inglese, col clima di tensione palpabile sì da ultima spiaggia, ma mai disposti ad arrendersi, tutt'altro, lottando fino alla fine. Basta con i prima o poi, il futuro è adesso!

1979: il quindicenne profugo cambogiano Sothira Pheng ed il tredicenne Matt Borruso s'incontrano nella loro San Francisco e, dopo aver assistito ad una gig dei Damned, decidono di metter su una band ispirata da Motorhead, Discharge, Crass e Joy Division, ossia le loro passioni primarie. Quando si unì al progetto Chris Douglas nacque l'embrione Subsidized Mess, con Sothira al basso, Matt alla chitarra e Chris alla voce che, da buoni autodidatti, cominciano a provare con l'aiuto di una drum-machine (utilizzando anche un sintetizzatore), passando lunghe ore in cantina a trovare l'affiatamento e la direzione giusta dei loro pensieri trasformabili in suoni, fino ad arrivare alla line-up stabilizzata nei ruoli S-voce, M-chit., C-batt, presenze immutabili dell'intera avventura. Completata la formazione con l'entrata di Bryce al basso, faranno solo 6 concerti con questa denominazione, adottando nel sett. '80 il nome con cui verranno ricordati dai più, che esordiranno live nel genn. '81 aprendo per i (grandiosi) Flipper. Nello stesso anno giunge il momento di pubblicare il primo vagito: omonimo, anche se è conosciuto meglio come CAPITULATION, il minilp che vede i pezzi più sofferti e punk mai composti dal quartetto, non cosi veloci come i seguenti che sforneranno (anche se c'è chi li considererà sempre punk, qui da noi Marco Pandin), ma che già fanno intravedere il filo rosso che legherà tutta la loro opera, ovvero l'accesa denuncia testuale e l'intensità che fuoriesce nell'interpretazione sonora. 5 pezzi (su tutti The Capitulation, che innesca la miccia pronta a esplodere con la folgorante Permanently damaged) prodotti da Tom Mallon, per un debutto che passa quasi inosservato (ristampato in vinile colorato anni dopo, poi anche bootlegato compresso in formato 7”)... comunque sia un buon prologo. Prova di riscatto le seguenti mosse nell'82, che li vedono prima assieme a ben 46 gruppi presenziare su una delle più importanti comp. HC, lo storico doppio lp Not So Quiet on the Western Front realizzata dalla Alternative Tentacles assieme alla Faulty, con allegato esordio di Maximum R'n'R 'zine (fondata dal compianto Tim Yohannah e Jello Biafra), con la quiet version -senza intro- di Annihilation, e poi su quella della Go! rec, Rat music for rat people vol.1 (assemblata da Vale, l'editore della 'zine Search & Destroy, agitatore della prima scena punk di S.Francisco) con Steel Case Enclosure, altro classico a divenire del loro repertorio. Nel frattempo Bryce era uscito dal gruppo, con Matt che lo rimpiazza al basso lasciando il posto vacante al nuovo chit. Francis Jimmy Schmidt. Con rinnovato slancio la creatura di SF suona a più non posso, supportando tutte le punk bands locali o che si trovano a passare nei loro dintorni, dai Dead Kennedys ai Black Flag, dai TSOL ai Circle Jerks fino alle glorie estere Anti Nowhere League, anche se questo rimane il periodo più distruttivo dei quattro, tra abusi alcolici ed alterazioni varie (costato a Sothira la frattura di una gamba in concerto).

Con il nuovo disco, il 7"ep autoprodotto titolato –guarda un po’- NINETEENEIGHTYFOUR, si nota l’inasprimento generale dei 4 squatters (che nel frattempo vanno a soggiornare in uno stabilimento abbandonato nei pressi della luccicante Hollywood), sin dalla loro immagine, per arrivare al suono, dallo scattante sprint HC, e testi, vicinissimi come non mai a posizioni libertarie, che attaccano le manifestazioni più violente del sistema: la guerra, ed i vari manipolatori di coscienze, cominciando dalla religione, insomma le imposizioni ed i ricatti del capitalismo. Certo qui non si porge l'altra guancia! 3 pezzi live in studio (Prejudice, Rise and Fall e Steel case enclosure), che cominciano a far parlare della band, che coerentemente si sbatte nel tentativo di smuovere le acque nella propria area (anche se molti punx li criticheranno definendoli Limey clones, per indicare quelle bands americane che ricalcano nel suono e nell’estetica -borchie, spikes, creste- i loro colleghi inglesi)...coinvolti appieno in questo, fedeli al motto SE NON SEI PARTE DELLA SOLUZIONE SEI PARTE DEL PROBLEMA.

La svolta decisiva si ha nel 1983: Jake subentra in vece di Jimmy (che riapparirà poi nei riformati Blue Cheer!), con la band seriamente motivata a portare in giro le proprie idee, autorganizzandosi il primo lungo tour americano. Faranno diversi concerti percorrendo centinaia di miglia fino a quando, fatto capolino a Boston, riescono a beccare un accordo per un album con la Corpus Christi, sussidiaria della label dei Crass (già marchio tra gli altri di Conflict, Rudimentari Peny, Icons of Filth, Omega Tribe, Uk Decay) loro massima influenza attitudinale. Tornati in città, senza perder tempo utile, si chiudono in studio ad agosto con l'ausilio del produttore Peter Miller (Social Unrest, Septic Death, Breakouts) e l'amico Maati-lyon ed in soli cinque giorni definiscono il loro ingresso nella leggenda. DEHUMANIZATION vede la luce nell'autunno 1983 (in Europa stampato & distribuito attraverso Crass/Southern, slegati quindi da ogni condizionamento di mercato), ed e' una botta secca: un disco che ha cambiato la vita a molte persone, una assoluta pietra miliare dell'anarco-peacepunk. Già dall'intro del sopracitato inno Annihilation, che campeggiava trascritto nell'interno copertina (vinile avvolto in una ottima poster-cover b/n), si capisce che non vuole essere solo un duro proclama, ma un deciso principio. Dentro o fuori, senza vie di mezzo: Peace or Annihilation! Una sfrenata corsa volta alla distruzione dei soprusi e delle diseguaglianze attuati nei confronti dell'umanità, un attacco sferrato con l'arma della sensibilizzazione. All'ugola al vetriolo di Sothira, efferato nel declamare le sue furibonde invettive, si affianca la viscerale irruenza della chitarra e l'infuocata sezione ritmica ad arroventare i 14 pezzi in 23 minuti dall'effetto raffica: Prejudice e Rise and Fall (qui ri-registrate), Indochina, See through their lies, Another mouth to feed, hanno uno scatto che tramortisce e non da tregua, assumendo un tono tale da farne dei manifesti programmatici, un attentato propositivo alla coscienza dell'essere umano occidentale. Pura wound music, se così vogliamo definirla, che lacera chi la esegue, tra strappi vocali ed esecuzione spasmodica, ai limiti della fisicità. Testi sicuramente più articolati rispetto allo standard Discharge (che i nostri seguiranno in giro negli States nello stesso '83), riconosciuto modello sonoro che ha portato molti frettolosamente a relegarli ai margini come loro mera imitazione: palese l'influenza, visto la condivisione ad oltranza dei temi esposti, crudi e diretti senza tanti fronzoli, e la struttura dei pezzi fulminea, brevi ed essenziali con semplici riffs come linee guida, ma da qui a definirli cloni... Se la mettiamo sul fatto che possano piacere ai Discharge (ma anche Conflict) fans, vi posso dare ragione, ma nell'ottica che tenga conto del loro carattere e personalità. Si sa, questo è un aspetto da sempre ricorrente in qualsiasi ambito musicale, ma è pur vero che la rabbia non si costruisce a tavolino, quindi... Punto. In questo periodo vivono nei pressi di Frisco in una sede che ospitava una vecchia lavanderia industriale, occupata da una dozzina di punkcrusties uniti da una inguaribile forma allergica al lavoro (a detta della band), collettivo che non sopravviverà alla partenza dei Crucifix per il secondo tour nazionale, che durerà ben 5 mesi. Durante la prima settimana, Jake abbandonerà la band nella tappa di L.A, prontamente rimpiazzato da Drew, chitarrista in forza nei posi-corers America's Hardcore (demo + Mystic Session in curriculum), che debutterà dopo appena due prove nella successiva data a Las Vegas. Rimessi in moto all'istante, proseguiranno attraversando gli USA (in Texas con i giovani Butthole Surfers, poi una lunga parentesi in NY, dove suoneranno pure alla convention Anarchica ed al CBGB's con gli Agnostic Front, concerto dal quale verrà tratto anni dopo un live 7”) ed il Canada, con addirittura puntata europea che toccherà UK (con MDC ed Antisect), Olanda e Islanda, per buona parte accompagnati dai Zyklome A, trio belga anarco-thrash, accoppiata documentata anche in un bootleg-lp (9 live tx CR, studio per Z.A). Siamo però agli ultimi aliti di vita della band, stremata nonostante l'adattabilità a qualsiasi situazione rimanga uno dei loro punti di forza. Difatti poco dopo il ritorno in patria, il 13 luglio 1984 i Crucifix tengono l'ultima gig. Per vederli live cercate il video della Target diviso con gli amici MDC, con i quali avevano partecipato poco prima pure al Rock against Reagan tour, assieme ai complici Dicks e D.R.I.

Dopo lo scioglimento, Chris girerà l'Europa con gli Antisect sul finire dell'84, mentre Sothira formerà con l'ex socio Jimmy, i Proudflesh, che debutteranno su vinile nel 1988 sotto Wired Gnome rec. con il 12"ep Powerbroker. Prodotto da Peter Miller, i 3 pezzi suonano come dei Motorhead più selvaggi dal tiro HC, accompagnati da una forte quanto immutata coscienza politica anticonformista, col brano French Indochina (L'Indochine 1954) che molti aficionados hanno visto come la continuazione della nota Indochina. Ritroveremo poi il cantante ospite alle backing-vocals nel debut lp dei thrashers Mordred "Fool's Game" nell'89, dopo cala il sipario su di lui (a quanto pare lo si ritrova pilota moto professionista!), almeno fino all'aprile 2003, quando riforma sempre con Jimmy i Proudflesh, autori nel 2006 dell'album Peace through superior loudness, con l'ausilio dell'ex Mordred&American Heartbreak Erik Lannon alle pelli. Matt e Chris invece si trasferiranno a NY dove li rivedremo, affiancati all'ex Pussy Galore Kurt Wolf, nei Loudspeaker; vari dischi fuori tra il 1990 ed il 1996, con un suono che conserva lo spirito inquieto anche se in una direzione a-politica e contesto noise (definiti un mix tra Swans & Big Black!). Inoltre qualcuno di loro ha partecipato nel '92 alla registrazione del primo 7” dei drag-punx White Trash Debutantes su A. Tentacles: chi sarà?

Quanto ci hanno lasciato è racchiuso in appena 20 brani, quindi per possedere la discografia ricercate due importanti ristampe che provvidenzialmente sono venuti in aiuto degli interessati, anche per non obbligarci al dissanguamento nel reperire i rari originali: EXIBIT A, lp/cd editato nel 1997 dalla newyorkese Kustomized, che incorpora 1984 e Capitulation più brani live per un totale di 16 tx, e l'ormai non facile cd/doppio lp THE RISE AND FALL 1981/82/88, contenente oltre ai pezzi dai due primi vinili (qui stampati su cd per la prima volta) e live, il citato Power Broker dei Proudflesh; Dehumanization invece è sempre disponibile senza tanti affanni a prezzo contenuto su Southern (che prima di essere ristampato su cd/lp nel 1995 aveva esaurito ben 10.000 copie). Se volete recuperare tapes e cd-r sulla band, pressochè live e/o con rare interviste annesse, orientatevi verso i cataloghi distro americani della Havoc e di Profane Existence, buoni da consultare anche per ampliare la propria conoscenza dell'anarco-punk. Molti li scopriranno a posteriori per via di Annihilation rifatta prima dai Sepultura in "Nation" poi stravolta dai big A Perfect Circle nel loro album di cover, più che per le versioni fornite da League of Struggle (nel 7” ep The nature of the pig is greed) e dagli Anarcrust (nel cd Smooth as a motherfucker), o ancora dagli Aus-Rotten (Prejudice nel cd Not a single fuckin' hit discography): c'è poi chi li ha campionati come gli Orbital, usando samples dalla stessa Annihilation, e chi ha osato maggiormente come la 'zine-label tedesca Plastic Bomb stampando il tributo lp Protest means action, contenente 14 pezzi rifatti da altrettanti gruppi, anticipati di un pelo dai Destroy che rifecero nel '95 See through their lies, approntata per la versione cd del loro "Necropolis". Occhio a non confondervi con i Crucifix texani, poiché in quel caso avrete davanti una grind-death band dei '90! Per il trentennale di Dehumanization nel 2013, membri fondatori, passati componenti e alcuni fan della band hanno deciso di avviare il progetto 1984, nato per festeggiare live l'evento. Per saperne di più visitate il sito ufficiale (curato dal solito Jimmy!) www.crucifixonline.com e vi troverete davanti ad una sorta di memorabilia sulla band.

Crucifix: uno dei tanti preziosi esempi di chi, oltre 30 anni fa, ha avviato discorsi e pratiche sulla propria pelle che hanno portato il punk e l'anarchia a legarsi saldamente, spirito che vive più forte che mai grazie proprio a chi ne ha costruito e sviluppato le solidissime fondamenta. Un possibile punto di partenza, propedeutico a stimolare la riflessione, per una vita gioiosamente CONTRO!

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