Ebbene
si: i nostri scapestrati qualche anno fa hanno festeggiato il
ventennale di r-esistenza con la ragione musicale S.F.C.,
l’acronimo più noto ai cultori dell’HC punk in Puglia! Roba da
non crederci...Penso sia la prima band autoctona del genere a
raggiungere questo traguardo, pur tra mille vicissitudini: doppi
auguri! Tanti i ricordi che mi legano a Graziano,
così come ai Beastie bros De
Vincentis, ossia Enrico
“Malatesta” e FidoGuido,
sino a Genito e
gli altri avvicendatisi dalla nascita della band nel preistorico
1991, senza dimenticare la fiancheggiatrice
Eli.
Esperienze di vita vissuta idealmente, non proprio gomito a gomito,
ma molto vicini.
Ho
conosciuto la “gang” di persona nel 1995. Loro erano già in
pista da qualche anno e con alcuni demos alle spalle, e si
accingevano a produrre il debut 7” ep 3 tx I
don’t wanna grow up, in
collaborazione con la concittadina Ovada rec di Vittorio Amodio, capo
redattore musicale dell’ottima emittente tarantina Primavera Radio
(associata al circuito Popolare Network), nonché fondatore e
factotum dello specialistico italian magazine Urlo, che nell’arco
dei suoi 15 anni di sbattimento (1983-1998) ha saputo dare dignità
ad innumerevoli bands operanti in
primis nel sottobosco indie
nostrano rock a 360°, fornendone una visibilità degna con articoli,
interviste e speciali vari, volta a monitorare la salute e
l’evolversi del panorama… Chiusa la piccola parentesi
sentimentale.
E’
appunto alla radio che conosco il buon Graziano,
ex chitarra nei thrashers Disease, già con le mani in pasta nella
nascente distro e label Rozza
Dischi,
col quale da lì in avanti mi ritroverò spesso ad interagire:
dall’ospitata reciproca all’interno dei nostri rispettivi
programmi, a concerti,
manifestazioni ed iniziative varie messe su dai valenti promotori
locali, come quelle mosse dal Città Vekkia okk., situato nel
profondo centro storico di Taranto, all’epoca quasi a rischio per
l’incolumità. Poi vennero le prime co-produzioni, che ci videro
coinvolti in quello che penso sia stato il nostro esordio comune,
ossia il debut 7” ep Sunward
degli emo-corers salentini Suburban Noise agli inizi del 1997, che
tante soddisfazioni portò ad entrambi; le fiere del disco che
sporadicamente si tenevano a Bari e Taranto (principalmente),
trasferte e presenza costante ai vari festival regionali coi
rispettivi banchini di smercio diy e tutto ciò che comporta la
condivisione dell’idea che ci accomuna. Non ultimo, il tentato
coinvolgimento offerto ad inizio millennio al sottoscritto
nell’apertura del negozio di musica indipendente “Dischi Rozzi”,
prematuramente chiuso alcuni anni dopo per la miope prospettiva dei
giovani “scaricatori” ad oltranza, che più dischi e bands
conosceranno ma meno impareranno a livello di cultura, accrescimento
e approfondimento musicale. Ma lui non sta a guardare e si riprende
bene dalle avversità, altro che rassegnazione… Il KO non
appartiene alla nostra storia!
Enrico
lo conoscevo di vista, da quando nel 1994 al solito Città Vekkia
avevo scambiato quattro chiacchiere in una delle sue frequenti visite
nel capoluogo ionico, che spesso si concentravano nella presenza al
posto occupato (dove se non erro la stessa band provava). L’amicizia
si cementa con l’organizzazione di un concerto rimasto storico tra
i vecchi appassionati del nostro amato suono/mondo, fissato alla
vigilia di Pasqua dell’aprile 1996 in quel di Massafra alle
“Grotte”, un minuscolo posto autogestito messo su da validissima
gente proveniente da giri Arci, un suggestivo sito ricavato da una
grotta appunto, appena sistemata e resa agibile per fare concerti e
poco altro, situato nel cuore della cittadina tarantina. Il concerto
era stato organizzato da noi del CSA Indios di Grottaglie, per cercare
di recuperare fondi atti a ridurre l’indebitamento del posto che
avevamo affittato nel centro storico della città delle ceramiche,
idea alla quale gli amici & amiche delle Grotte si mostrarono
subito solidali offrendoci la loro inimitabile sede. L’accordo
consisteva in questo: l’Indios si occupava dell’entrata, gruppo
da scegliere e dettagli pubblicitari come attacchinaggio e
passaparola, loro curavano bar, parte tecnica e eventuali casini con
poliziume locale. Inutile dire che la scelta cadde sui nostri,
suggerita anche approfittando del fatto che la band si riuniva in
zona data la festività che li riportava nelle nostre lande (Enrico e
l’altro chit. Genito “Dagger” vivevano già in Toscana,
FidoGuido a Bologna). Nel posto accorse un botto di gente, e quel che
divenne un successone per noi fu condiviso con tutti: i nostri debiti
gestionali vennero drasticamente ridotti (e nel più godereccio dei
modi!); gli “attiratori di folle” con l’ennesimo grande gig
videro lo status di notorietà locale aumentare e consolidarsi a
venire sul curriculum (e
nell’immediato ne godettero con un lauto rimborso spese); per chi
c’era, tanta bella -più che brava- gentaglia che sono convinto se
lo ricordi ancora, visto l’elevato tasso adrenalinico messo in
campo (vabbè, anche alcolico…). Tutti insieme a contribuire
all‘obbiettivo: trionfalmente centrato! Mancavano solo gli Aerofagia, altri noti esponenti HC-thrash della zona in quel periodo, e sarebbe stato indimenticabile, importanti tanto quanto i nostri e degni dello stesso trattamento.
Due
ore di concerto tirate allo spasimo, tra pezzi propri e tante covers
che compongono lo scheletro del live-set, furia e melodia a braccetto
con l’ulteriore spinta aggiunta dalla rovinosa claque Rozza
crew ad incrementare il
coinvolgimento, inclusi ineguagliabili colpi da maestro (l’amica
comune Pamela vestita con una attillatissima tutina da Puffo a fare
stagediving… senza palco badate, visto che non c’era lo spazio
per metterne su uno!). Cosa vuoi di più? Uno dei concerti della mia
top 10 assoluta.
Con
Enrico mi incrocerò sovente negli anni: dall’appuntamento a Modena
alla Scintilla occupata per il primo Anarco Punk Festival nell’ott.
1996, dove tra ritardi e imprevisti di varia natura riusciamo a
beccarci, al programma “Frequenze Liberate” fatto, per una certa
parte insieme, a Nova Radio nel 2004, nella nostra città adottiva
Firenze, grazie all’intercessione di un comune amico tarantino
facente parte della redazione giornalistica (“Tanino”
Cannata)…Animo irrequieto quanto si vuole, ma un tipo che si spende
al 100%!
Dopo
un altro evento HC-punk organizzato dai nostri nell’hinterland
tarantino a maggio ’97 nella bella Masseria “Le Forche”, con No
Exit (al loro ultimo concerto), Shear e Lilly Noize, e qualche altra
riuscita puntata alla Coop. Owen, la band vivrà il suo momento
migliore, magico specchio di quanto viveva la stessa scena
provinciale & regionale alternativa, florida e creativa come non
mai. Difatti, la loro scaletta si arricchirà nel 1997 del primo
lavoro lungo, l’lp Prigioni
uscito
per i tipi della Aarghh!,
giusto anticipato dal gettone di presenza sul primo dei tre volumi
della compilation-progetto della Blu Bus “We Bastard
Motherfuckers”, con l’introspettivo inedito “Pianto senza Ali”.
La preparazione delle grafiche avviene in qualche pomeriggio speso a
Grottaglie nella dimora dell’amico Marc Urselli, proprietario e
presenza unica alla console del Maelstrom Studio (ove nel ’98 lo
stesso FidoGuido beneficerà dei servigi del tecnico per immortalare
il suo ottimo promo –col pezzo Goal
che continuo a candidare come inno ufficiale del Taranto calcio!-,
usufruendo anche del mio basso per le registrazioni, of course), dove
il sottoscritto effettuerà opera di disturbo ai presenti impegnati
nelle rifiniture di immagini ed interni dell'lp (da me denominato
“Piccioni”...parla la copertina). I 15 dinamici pezzi -hard cover
inclusa- dimostrano quanto di meglio la Puglia abbia espresso in
campo HC-punk (al pari di altri sobillatori come i foggiani BDO con
il 7” Fotografie di Stragi
e il demo Allarme: ferite,
la demo dei salentini Briganti, Rabbia
e Rancore
nonché Portami
lontano da qui dei
figliocci Hobophobic, il Gangway Man! demo e quello dei Ruido Sos,
il demo e l'omonimo cd
degli A Testa Bassa,
l’osannato 7”ep Gabbie
dei redivivi baresi Chain Reaction…), tanto da farne un venerato
riferimento per la progenie musicale locale. L'incipit e' da
sobbalzo: la tripletta 4
sbarre-Flowersick-Riflesso da
subito la sveglia, che procede serrata passando dalla polemica
frontale di Genito vs. Mackaye
alla spedita Un passo avanti,
fino al culmine raggiunto con E'
stato lo Stato, trascinante
anthem a cui e' impossibile resistere!
Alcuni
problemi interni contrassegneranno poi l’attività, proseguita ad
intermittenza per qualche anno, periodo in cui la band aveva assunto
il nome di ThreeCheapHeat...
Riposta nel cassetto la temporanea sigla, riappariranno nel 2003 vivi
e vegeti col duro Try Harder,
14 sparati pezzi in 23 minuti, che ce li mostra ancor più agguerriti
e convinti. Ci saranno diverse incursioni sul suolo nazionale (vari
concerti da me visti a Firenze tra vecchio e nuovo CPA, o appena
fuori città nell’occupazione del Mulino, spesso supportati dalla
colonia tarantina sparsa in zona… Sicuramente dopo i Kina, e con
gli Hobophobic, sono la band che ho visto più volte), alcune
europee, incluso un mini tour periodo santa Klaus nell’isola di
Malta, una delle pochissime band punk/HC ad aver suonato li! Se
dovessi parlare di ricambio generazionale, semina e raccolto andato a
buon fine, citerei gli Hobophobic, complici di mille “malefatte”
contro il pensiero statico ammazza tutto in voga, con cui
condivideranno nel 2007 lo split killer-cd doppiamente celebrativo
per i 15 e 10 anni dei soggetti coinvolti, sodalizio che si estende
al benefit-fest natalizio “Niente da festeggiare” in piedi da
diversi edizioni, al ferragostiano Rozz Fest, dalla fanzine
“Rifiuto”, ad altre sortite. Ma dato che i babbi
sono ancora in pista, la storia promette altri anni di rigoglioso
casino made in Apulia… Lo spirito continua!
Per
chi ancora non conoscesse gli S.F.C:
Pazzi adoratori
dei ritmi in levare così come dell’HC e punk nelle svariate forme
offerte, devoti al culto Dead Kennedys e Misfits corroborati da una
sensibilità tutta italian-core old school e testi della serie at war
with society (ora inglese ora italiano), politici e rabbiosi, il
tutto supportato
dall’attitudine diy pratica e concreta. Come un buon vino, più
passano gli anni più diventano compatti e travolgenti. Se vi garbano
i Leftover Crack più incazzati, beh ci siamo...Come
si presentano? La voce snotty dell’Enrico furioso, intento pure a
strapazzare bene il basso, provocatore, mimico, dal vivo
incontenibile (anche comunicativamente: se prende la parola chi lo
ferma più?), esuberante motore e traino della band; la precisa
chitarra di Graziano Capt. Stedi, immancabile ombra del tipo di cui
sopra, che con la sua costanza e tranquillità –almeno apparente-
dona il giusto equilibrio salva band; Fido Guido (ora stella canora
ragamuffin-free style), l’agitato Carmelo prima e dopo, le
parentesi di Andrea degli Hit Or Miss e Cristian dei Boys On Dolls,
ed i nuovi sodali Luigi Hobo e lo squarciagola Maurino a dettare i
ritmi ora HC furibondi, ora skunk, skank, garage'n'roll, reggae,
rigorosamente bagnati -con orgoglio- Birra Raffo e truccata da
ottundenti oppiacei, per un risultato che stende!
Tra
incidenti di percorso, periodi di stasi completa e iperattività, i 4
sregolati, pur in formazione riveduta, sono ancora qui a portare
avanti la bandiera HC, a sgobbare per il loro sogno che continua più
forte e motivato… L’unico mio rammarico era quello di non aver
mai contribuito all’uscita di un loro disco, a suggello delle
affinità che mi legano a questi scellerati, ma questa pecca è stata
colmata nel 2012 con la release del cd-r Ancora
Prigioni, contenente Prigioni,
il demo “Nel sogno” e varie bonus inedite per ben 26 tx, regalo
cui presenzio col marchio Terapia Intensiva alla nidiata che da vita
all’ennesima cospirazione diy dei loschi nostri. Ed ora, 2015,
viene annunciato anche un nuovo capitolo...Cosa
aggiungere? Buda Pest, Buca
Rest, SoFuckingConfused de Tard nuestr!
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