mercoledì 29 luglio 2015

S.F.C: Le Freak c'est Chic!

Ebbene si: i nostri scapestrati qualche anno fa hanno festeggiato il ventennale di r-esistenza con la ragione musicale S.F.C., l’acronimo più noto ai cultori dell’HC punk in Puglia! Roba da non crederci...Penso sia la prima band autoctona del genere a raggiungere questo traguardo, pur tra mille vicissitudini: doppi auguri! Tanti i ricordi che mi legano a Graziano, così come ai Beastie bros De Vincentis, ossia Enrico “Malatesta” e FidoGuido, sino a Genito e gli altri avvicendatisi dalla nascita della band nel preistorico 1991, senza dimenticare la fiancheggiatrice Eli. Esperienze di vita vissuta idealmente, non proprio gomito a gomito, ma molto vicini.

Ho conosciuto la “gang” di persona nel 1995. Loro erano già in pista da qualche anno e con alcuni demos alle spalle, e si accingevano a produrre il debut 7” ep 3 tx I don’t wanna grow up, in collaborazione con la concittadina Ovada rec di Vittorio Amodio, capo redattore musicale dell’ottima emittente tarantina Primavera Radio (associata al circuito Popolare Network), nonché fondatore e factotum dello specialistico italian magazine Urlo, che nell’arco dei suoi 15 anni di sbattimento (1983-1998) ha saputo dare dignità ad innumerevoli bands operanti in primis nel sottobosco indie nostrano rock a 360°, fornendone una visibilità degna con articoli, interviste e speciali vari, volta a monitorare la salute e l’evolversi del panorama… Chiusa la piccola parentesi sentimentale.

E’ appunto alla radio che conosco il buon Graziano, ex chitarra nei thrashers Disease, già con le mani in pasta nella nascente distro e label Rozza Dischi, col quale da lì in avanti mi ritroverò spesso ad interagire: dall’ospitata reciproca all’interno dei nostri rispettivi programmi, a concerti, manifestazioni ed iniziative varie messe su dai valenti promotori locali, come quelle mosse dal Città Vekkia okk., situato nel profondo centro storico di Taranto, all’epoca quasi a rischio per l’incolumità. Poi vennero le prime co-produzioni, che ci videro coinvolti in quello che penso sia stato il nostro esordio comune, ossia il debut 7” ep Sunward degli emo-corers salentini Suburban Noise agli inizi del 1997, che tante soddisfazioni portò ad entrambi; le fiere del disco che sporadicamente si tenevano a Bari e Taranto (principalmente), trasferte e presenza costante ai vari festival regionali coi rispettivi banchini di smercio diy e tutto ciò che comporta la condivisione dell’idea che ci accomuna. Non ultimo, il tentato coinvolgimento offerto ad inizio millennio al sottoscritto nell’apertura del negozio di musica indipendente “Dischi Rozzi”, prematuramente chiuso alcuni anni dopo per la miope prospettiva dei giovani “scaricatori” ad oltranza, che più dischi e bands conosceranno ma meno impareranno a livello di cultura, accrescimento e approfondimento musicale. Ma lui non sta a guardare e si riprende bene dalle avversità, altro che rassegnazione… Il KO non appartiene alla nostra storia!

Enrico lo conoscevo di vista, da quando nel 1994 al solito Città Vekkia avevo scambiato quattro chiacchiere in una delle sue frequenti visite nel capoluogo ionico, che spesso si concentravano nella presenza al posto occupato (dove se non erro la stessa band provava). L’amicizia si cementa con l’organizzazione di un concerto rimasto storico tra i vecchi appassionati del nostro amato suono/mondo, fissato alla vigilia di Pasqua dell’aprile 1996 in quel di Massafra alle “Grotte”, un minuscolo posto autogestito messo su da validissima gente proveniente da giri Arci, un suggestivo sito ricavato da una grotta appunto, appena sistemata e resa agibile per fare concerti e poco altro, situato nel cuore della cittadina tarantina. Il concerto era stato organizzato da noi del CSA Indios di Grottaglie, per cercare di recuperare fondi atti a ridurre l’indebitamento del posto che avevamo affittato nel centro storico della città delle ceramiche, idea alla quale gli amici & amiche delle Grotte si mostrarono subito solidali offrendoci la loro inimitabile sede. L’accordo consisteva in questo: l’Indios si occupava dell’entrata, gruppo da scegliere e dettagli pubblicitari come attacchinaggio e passaparola, loro curavano bar, parte tecnica e eventuali casini con poliziume locale. Inutile dire che la scelta cadde sui nostri, suggerita anche approfittando del fatto che la band si riuniva in zona data la festività che li riportava nelle nostre lande (Enrico e l’altro chit. Genito “Dagger” vivevano già in Toscana, FidoGuido a Bologna). Nel posto accorse un botto di gente, e quel che divenne un successone per noi fu condiviso con tutti: i nostri debiti gestionali vennero drasticamente ridotti (e nel più godereccio dei modi!); gli “attiratori di folle” con l’ennesimo grande gig videro lo status di notorietà locale aumentare e consolidarsi a venire sul curriculum (e nell’immediato ne godettero con un lauto rimborso spese); per chi c’era, tanta bella -più che brava- gentaglia che sono convinto se lo ricordi ancora, visto l’elevato tasso adrenalinico messo in campo (vabbè, anche alcolico…). Tutti insieme a contribuire all‘obbiettivo: trionfalmente centrato! Mancavano solo gli Aerofagia, altri noti esponenti HC-thrash della zona in quel periodo, e sarebbe stato indimenticabile, importanti tanto quanto i nostri e degni dello stesso trattamento.
 Due ore di concerto tirate allo spasimo, tra pezzi propri e tante covers che compongono lo scheletro del live-set, furia e melodia a braccetto con l’ulteriore spinta aggiunta dalla rovinosa claque Rozza crew ad incrementare il coinvolgimento, inclusi ineguagliabili colpi da maestro (l’amica comune Pamela vestita con una attillatissima tutina da Puffo a fare stagediving… senza palco badate, visto che non c’era lo spazio per metterne su uno!). Cosa vuoi di più? Uno dei concerti della mia top 10 assoluta.

Con Enrico mi incrocerò sovente negli anni: dall’appuntamento a Modena alla Scintilla occupata per il primo Anarco Punk Festival nell’ott. 1996, dove tra ritardi e imprevisti di varia natura riusciamo a beccarci, al programma “Frequenze Liberate” fatto, per una certa parte insieme, a Nova Radio nel 2004, nella nostra città adottiva Firenze, grazie all’intercessione di un comune amico tarantino facente parte della redazione giornalistica (“Tanino” Cannata)…Animo irrequieto quanto si vuole, ma un tipo che si spende al 100%!

Dopo un altro evento HC-punk organizzato dai nostri nell’hinterland tarantino a maggio ’97 nella bella Masseria “Le Forche”, con No Exit (al loro ultimo concerto), Shear e Lilly Noize, e qualche altra riuscita puntata alla Coop. Owen, la band vivrà il suo momento migliore, magico specchio di quanto viveva la stessa scena provinciale & regionale alternativa, florida e creativa come non mai. Difatti, la loro scaletta si arricchirà nel 1997 del primo lavoro lungo, l’lp Prigioni uscito per i tipi della Aarghh!, giusto anticipato dal gettone di presenza sul primo dei tre volumi della compilation-progetto della Blu Bus “We Bastard Motherfuckers”, con l’introspettivo inedito “Pianto senza Ali”. La preparazione delle grafiche avviene in qualche pomeriggio speso a Grottaglie nella dimora dell’amico Marc Urselli, proprietario e presenza unica alla console del Maelstrom Studio (ove nel ’98 lo stesso FidoGuido beneficerà dei servigi del tecnico per immortalare il suo ottimo promo –col pezzo Goal che continuo a candidare come inno ufficiale del Taranto calcio!-, usufruendo anche del mio basso per le registrazioni, of course), dove il sottoscritto effettuerà opera di disturbo ai presenti impegnati nelle rifiniture di immagini ed interni dell'lp (da me denominato “Piccioni”...parla la copertina). I 15 dinamici pezzi -hard cover inclusa- dimostrano quanto di meglio la Puglia abbia espresso in campo HC-punk (al pari di altri sobillatori come i foggiani BDO con il 7” Fotografie di Stragi e il demo Allarme: ferite, la demo dei salentini Briganti, Rabbia e Rancore nonché Portami lontano da qui dei figliocci Hobophobic, il Gangway Man! demo e quello dei Ruido Sos, il demo e l'omonimo cd degli A Testa Bassa, l’osannato 7”ep Gabbie dei redivivi baresi Chain Reaction…), tanto da farne un venerato riferimento per la progenie musicale locale. L'incipit e' da sobbalzo: la tripletta 4 sbarre-Flowersick-Riflesso da subito la sveglia, che procede serrata passando dalla polemica frontale di Genito vs. Mackaye alla spedita Un passo avanti, fino al culmine raggiunto con E' stato lo Stato, trascinante anthem a cui e' impossibile resistere!
Alcuni problemi interni contrassegneranno poi l’attività, proseguita ad intermittenza per qualche anno, periodo in cui la band aveva assunto il nome di ThreeCheapHeat... Riposta nel cassetto la temporanea sigla, riappariranno nel 2003 vivi e vegeti col duro Try Harder, 14 sparati pezzi in 23 minuti, che ce li mostra ancor più agguerriti e convinti. Ci saranno diverse incursioni sul suolo nazionale (vari concerti da me visti a Firenze tra vecchio e nuovo CPA, o appena fuori città nell’occupazione del Mulino, spesso supportati dalla colonia tarantina sparsa in zona… Sicuramente dopo i Kina, e con gli Hobophobic, sono la band che ho visto più volte), alcune europee, incluso un mini tour periodo santa Klaus nell’isola di Malta, una delle pochissime band punk/HC ad aver suonato li! Se dovessi parlare di ricambio generazionale, semina e raccolto andato a buon fine, citerei gli Hobophobic, complici di mille “malefatte” contro il pensiero statico ammazza tutto in voga, con cui condivideranno nel 2007 lo split killer-cd doppiamente celebrativo per i 15 e 10 anni dei soggetti coinvolti, sodalizio che si estende al benefit-fest natalizio “Niente da festeggiare” in piedi da diversi edizioni, al ferragostiano Rozz Fest, dalla fanzine “Rifiuto”, ad altre sortite. Ma dato che i babbi sono ancora in pista, la storia promette altri anni di rigoglioso casino made in Apulia… Lo spirito continua!

Per chi ancora non conoscesse gli S.F.C: Pazzi adoratori dei ritmi in levare così come dell’HC e punk nelle svariate forme offerte, devoti al culto Dead Kennedys e Misfits corroborati da una sensibilità tutta italian-core old school e testi della serie at war with society (ora inglese ora italiano), politici e rabbiosi, il tutto supportato dall’attitudine diy pratica e concreta. Come un buon vino, più passano gli anni più diventano compatti e travolgenti. Se vi garbano i Leftover Crack più incazzati, beh ci siamo...Come si presentano? La voce snotty dell’Enrico furioso, intento pure a strapazzare bene il basso, provocatore, mimico, dal vivo incontenibile (anche comunicativamente: se prende la parola chi lo ferma più?), esuberante motore e traino della band; la precisa chitarra di Graziano Capt. Stedi, immancabile ombra del tipo di cui sopra, che con la sua costanza e tranquillità –almeno apparente- dona il giusto equilibrio salva band; Fido Guido (ora stella canora ragamuffin-free style), l’agitato Carmelo prima e dopo, le parentesi di Andrea degli Hit Or Miss e Cristian dei Boys On Dolls, ed i nuovi sodali Luigi Hobo e lo squarciagola Maurino a dettare i ritmi ora HC furibondi, ora skunk, skank, garage'n'roll, reggae, rigorosamente bagnati -con orgoglio- Birra Raffo e truccata da ottundenti oppiacei, per un risultato che stende!

Tra incidenti di percorso, periodi di stasi completa e iperattività, i 4 sregolati, pur in formazione riveduta, sono ancora qui a portare avanti la bandiera HC, a sgobbare per il loro sogno che continua più forte e motivato… L’unico mio rammarico era quello di non aver mai contribuito all’uscita di un loro disco, a suggello delle affinità che mi legano a questi scellerati, ma questa pecca è stata colmata nel 2012 con la release del cd-r Ancora Prigioni, contenente Prigioni, il demo “Nel sogno” e varie bonus inedite per ben 26 tx, regalo cui presenzio col marchio Terapia Intensiva alla nidiata che da vita all’ennesima cospirazione diy dei loschi nostri. Ed ora, 2015, viene annunciato anche un nuovo capitolo...Cosa aggiungere? Buda Pest, Buca Rest, SoFuckingConfused de Tard nuestr!

ContRoberto, un rozzo vicino dalla prima ora (o quasi)

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