E' decisamente un buon momento per l'HC/punk pugliese, già dimostrato con i dischi del 2021 a firma SFC e Sud Disorder, confermato in questo 2022 con i baresi Antidigos, gli A.M.P. e due nuovi esordi, targati Carne e questo che vado a presentarvi siglato dagli INGANNO, in piedi dal 2014, i quali dopo una infinita gestazione finalmente rilasciano il loro primogenito lungo, con l'aiuto di diverse realtà del nostro underground diy (L'Oltraggio/Dischi Rozzi/Equal Rights Forlì/Peretta-core/Disastro/DIY Conspiracy Bari HC/Freak ink Bari/Poison Hearts).
I quattro mettono in moto un solido subbuglio di note e accordi che smuove a dovere fornendo il giusto propellente alle liriche proposte, dove si incrociano speranze e delusioni, irriverenza, rabbia e sentimento altruista, che solo chi ha abbracciato la vita dalla prospettiva abituata ad entrare negli argomenti affrontati, riconosce come basilari per dare l'innesco allo slancio libertario quale è Vite a metà.
13 concisi brani di aggressivo HC/punk alla ionica, che non disdegna talvolta vibrazioni più emotive (ma non emo, ok?), con grinta e sicurezza adeguata, memore di tanti anni di ascolti e applicazione diretta. E' un continuo sputar fuori tutto il veleno accumulato prima che affoghi irreparabilmente i sogni, proprio quei sogni che ci hanno tenuto vivi e coscienti, facendoci capire che un'altra vita era, é possibile. E proprio guardando in faccia la realtà con quell'acume che diventa -anche- necessità, rimarcano la propria identità anticonformista sin dalla posizione tranchant che introduce l'album, a servire lo scatto d'ira de Il mio tempo, come ci si dimena con Il mostro, Circondato, e nelle agitate acque di altri ordigni ben congeniati quali Sospeso e la movimentata title-track.
A immagine e somiglianza impreziosita dalla scatenata voce di Federica (dei LUDD) è il pezzo immersivo del disco (che gira a ripetizione nel mio lettore da un pò), una gran tirata con quella profonda melodia ed un sapiente dosaggio degli elementi da farne un pezzo da ricordare, così come la feroce disamina di Ritrovarsi, confessione di chi non vuole arrendersi anche quando sembra non ci siano speranze, o la riflessione collerica di 2020, che si fa disperatamente viva nell'outro finale. Le rappate-core (con l'ottimo intervento del duo hip hop RAK SHAZA) L'inganno dei Sensi e la cangiante Un salto nel vuoto invece diversificano le dinamiche esaltando nella costruzione la vena più dura dei nostri, che la potente registrazione lavorata dal chitarrista Diego nel suo HC Lab studio centra egregiamente, in una maniera che, dritto per dritto, porta a casa pallone e risultato.
Un autentico turbinio insurrezionale HC, questo urla il disco, a rinnovare quel patto di fiducia con chi si pone sulle stesse, irregolari frequenze. Provare a forzare, se non rompere, gli argini che tarlano la vita, per viverla appieno. Come diceva la Crime Gang Bang nel 1988: Noi resteremo la vostra cattiva coscienza.
inganno.bandcamp.com
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