Avete
presente quelle bands che vi danno un sussulto irresistibile, così
forte da indurvi brividi tanto ci si identifica con le loro
creazioni? Si che lo sapete, incalliti musicofili…Bene, per me i
MC4 sono nella lista, ed in un posto adiacente la pole position.
Doveroso quindi un riepilogo storico, a colmare un vuoto informativo
a riguardo... Anzitutto specifico che il nome non è una parodia
degli agit-prop americani MC5 (Motor City Five) ma è tratto dal
fumetto "2.000 A.D." ossia le avventure del noto Judge
Dredd, laddove Mega City Four sta per il nome della sua città, ok?
Vamos!
Il
quartetto si forma nel gennaio 1987, composto dai fratelli Darren
"Wiz" e Danny Brown
(voce/chit. + chit./cori) ed il bassista Gerry Bryant, ossia
3/4 dei Capricorn (attivi dal '82, con il demo 15 tx fuori “The
good news tape”) + l’ex batterista degli Exit East Chris
Jones, a Farnborough, paese dei sobborghi di Londra. Trasferitisi
nella capitale, entrano subito in contatto con la scena locale,
rilasciando un demo di 4 pezzi nel marzo ’87, lodato dalla 'zine
“Suspect Device”, che con l’altra “Haggle” –alla quale
allegheranno una tape con 2 pezzi rimasti inediti, “Behind Closed
Doors” e “Silent Witness”- risulteranno agli inizi fondamentali
nel promuoverli degnamente. Per l’esordio vinilico bisognerà
attendere il mese di settembre, quando si autoproducono il 7” Miles
Apart / Running in Darkness, tirato in 1000 copie (andate a ruba
in tre mesi), due pezzi che, grazie al perfetto bilanciamento
melodico pop/aggressività punk, riscuotono una certa attenzione, in
primis quella della Decoy/Vinyl Solution, negozio ed etichetta già
con varie produzioni (P. Daze, Stupids, Les Thugs, Hard-ons,
Cateran), che ristampa il singolo nel marzo '88 convincendo la band a
legarsi a loro. Le recensioni sono impressionanti: nel medesimo anno
vengono invitati dal compianto John Peel (che diverrà un loro grande
fan, tanto da volerli come ospiti anche per la festa del suo 50°
compleanno nel 1989!) a registrare per il suo storico programma su
Radio One, che presenta “Miles Apart” come uno dei migliori
esordi punk assoluti, definendola la “Teenage Kicks” (di memoria
Undertones) del nuovo decennio… Se non è incoraggiamento questo!
Le cose ingranano da subito, e tenendo fede alla loro politica del
suonare a più non posso e farsi così la migliore pubblicità,
seguiranno tante date in ogni buco dello UK: solo con gli amici
Seers ne faranno 75, diverse altre con gli Instigators… La band
nominerà appropriatamente il tour natalizio “Loosing our jobs by
Christmas”! Altri tre singoli di brillante fattura si susseguono
nell’arco di qualche mese (Distant Relatives/Clear blue sky
-singolo della settimana su NME- Less than senseless/Dancing days
are over e Awkward Kid/Cradle) e la partecipazione alla
compilation della Link Underground Rockers (con Instigators,
Guitar Gangsters, Crack, Sect, Magnificent ed altre; uscirà anche un
vol.2 con S. Things, HDQ, Manic Street Preachers, ABS…) con i nuovi
pezzi Shattered e la 77ina Claudia, vinili che
aumentano l'attesa riguardo l'imminente esordio lungo, come anche la
fila dei detrattori, che li aspettano a tale varco per smontarli e
sgonfiare l'hype underground che si era nel frattempo scatenato, e
non solo attorno a loro...Difatti vengono inclusi nel gran calderone
dell'allora nascente filone pop-core albionico, con i vari
Leatherface, Senseless Things, Drive, Ned's Atomic Dustbin, Snuff,
Sink, Sofa Head, Seers, Cateran, Perfect Daze, gruppi cugini
più che fratelli sul piano stilistico, ma si sa il voler
creare una scena a tutti i costi causa confusione, provocata ad arte
da riviste e giornalisti rampanti.
Quando
però arriva TRANZOPHOBIA a fine ‘89 molti sono costretti a
fare dietro-front, confermando che quanto si era detto non era frutto
del caso: lo provano 14 tracce prodotte da Iain Burgess (un sodalizio
iniziato col quarto singolo e che andrà avanti per un paio d’albums,
già spippolatore per Big Black, Rapeman, Naked Raygun,
Didjits...scomparso a febb. 2010 ndR), dove i germogli intravisti coi
singoli -tutti esclusi dal disco, segno di grande sicurezza- appaiono
maturati in rapida fretta, donandoci un fresco melodic punk
arricchito da un soffice ma evidente tocco emozionale di fondo (non
emo, ok?). Il trittico iniziale Start, Pride &
Prejudice, Severe attack of the Truth fa
scintille, ma anche Alternative Arrangements e What
you’ve got ci dicono che è nata una grande band. Se ne
accorge anche il pubblico, tanto da trascinarlo in vetta all'Indie
chart nonchè spingerlo nella National! I paragoni con i Buzzcocks si
sprecano, loro grande influenza, specie nell’approccio alla materia
pop/punk: ricordo bene di essermi avvicinato con molta curiosità
basandomi sul gran chiacchiericcio che si faceva sul loro
conto, un dilagante seguito sotterraneo che montava nel corso dei
dischi che si succedevano in casa. Nel 2002 verrà ristampato dalla
Cherry Red, nuova titolare dei diritti del catalogo della defunta
Decoy.
A
dimostrazione del felicissimo momento sfornano un nuovo 12"ep
nel marzo '90, intercalare tra i primi due lp, che diventa
probabilmente il Mega highlight: parlo di There goes my Happy
Marriage, 4 tx dove spiccano la triste grazia di Finish
e l’energica Thanx (da rapimento sensoriale…i
loro anthems definitivi?). Stefano Giaccone, col suo ottimo progetto
Banda di Tiro Fisso, nel terzo ed ultimo 7” Silvia
Baraldini (1994) riprese a meraviglia Finish in chiave
acustica. In occasione del soggiorno londinese dei Mudhoney invece,
le bands si incontrano e mettono su una estemporanea fusione
per una sola serata di puro divertissement live al Marquee chiamata,
ovvio, MegaHoney! Insieme parteciperanno due settimane dopo
all’estivo Reading Festival. Il quartetto suona a ruota libera
ovunque (300 concerti solo nell’89!), Italia per la prima volta
inclusa, e così si arriva al nuovo capitolo WHO CARES WINS, 14
nuove tracce all'insegna di un travolgente melodic punk/pop a presa
immediata dalle tinte autunnali (che purtroppo paga qui lo
scotto di una produzione che ne smorza il fascino), dalla prima
all'ultima nota un superbo concentrato di indubbia caratura,
alimentato anche da testi sensibilmente intimisti basati su relazioni
inter/personali, affrontati in maniera adulta anche quando
parlano di problematiche e insicurezze giovanili. Scatenati in Open,
Rail e Balance (i pezzi più veloci da loro
incisi, in odore Bad Religion), malinconici in Messenger
e Mistook, frizzanti nell’opener Who Cares?
e in Revolution… L’affiatato gruppo è al top della
condizione, ed anche negli States qualcuno comincia a nominarli: su
tutti, il famoso Rodney Bingenheimer (l’equivalente americano di
John Peel), tanto che il brillante No such place as Home
risulterà il brano più richiesto per alcuni mesi di fine 1990 nel
suo radio-show “Rodney on the Roq” sulla emittente KROQ di L.A.
Il disco diventa l'atto di congedo dalla Decoy, che prima di
diventare orfana dei propri best sellers, editerà l'anno successivo
TERRIBLY SORRY BOB, l’ottima raccolta dei primi 4 singoli,
il 12" ed il raro pezzo No Time dal 7"
promozionale della label stampato in 1000 esemplari (con gli amici
Les Thugs, HardOns e Bomb Disneyland), cadeau d’ingresso ad un
concerto all'Astoria nell'89.
Il
gruppo è ormai una autentica istituzione del panorama
indipendente britannico, tanto che al ritorno dal nuovo euro-giro di
cinquanta tappe (ben sette solo da noi nel febb.'91, nella cui ultima
al Bloom di Mezzago (MI) vennero intervistati da Vix Maze per
l'indimenticato cult-magazine Blast) firmano per la Big Life,
collegata alla Polygram. Il rapporto viene inaugurato dallo splendido
7”ep Words that Say, dove svetta la perfetta
title-track (ma Lipscar e Untouchable non
sono da meno) ed a ruota SEBASTOPOL RD, che si presenta
raggiante all'inizio del '92, partorito come il loro album più
ambizioso, che, grazie alla Caroline rec., verrà stampato anche
oltreoceano (l’unico appositamente negli States). Pop chitarristico
delicatamente distorto dal feeling sentimentale, mai volgarmente
accattivante, con Ticket Collectors, l’umbratile
Clown e Props a rimanere impresse (puro
MC4 doc sound), così come la pacata Callous e la
bittersweetsymphony della conclusiva Wasting my breath
-escludo il semi Replacements plagio di Anne Bancroft,
roba da recitare un mea culpa-, prodotto in maniera cristallina da
Jessica Corcoran, che forse accentua la vena pop dei brani... La
Cherry Red, tramite la sussidiaria 3 Loop music, ha ristampato nel
2014 in expanded edition il cd, addizionato dai singoli dell’epoca,
b-sides e varie tracce demo.
L'album
si rivelerà il più fortunato della carriera (41° nella National
chart), trainato dal singolo Stop (36° nella stessa), una
bella canzone dal piglio Husker Du, altra marcata influenza, dei
quali dal vivo rileggevano Don't want to know if you are Lonely,
inclusa pure nel doppio lp INSPIRINGLY TITLED – THE LIVE ALBUM,
del nov. ’92 (esiste anche una studio-version calligrafica sulla
comp. francese On Another Planet). Giudicando dalla scaletta,
devo dire che è stata effettuata una mirata selezione del loro
percorso dal 1990 fino a quel momento. Cercatelo, al pari dell'album
su Strange Fruit che assembla le due PEEL SESSIONS, quella di
agosto '88 di 5 pezzi e l’altra del sett.93 con le restanti 4. Poco
dopo sarà la volta del nuovo spumeggiante singolo Shivering
Sands, che raggiungerà il picco più alto della carriera,
piazzandosi al n.35 della classifica, a cui seguirà immancabile il
nuovo tour continentale, con altre tre date peninsulari (Castelnuovo
del Garda, Bologna e Firenze).
Il
successo è crescente, le comparsate tv aumentano, ma la band non
sembra particolarmente a suo agio mostrando piuttosto un
atteggiamento sobrio, tipico di gente che vuol mantenere un profilo
basso riguardo lo starsystem (da qui la scelta di non dotarsi di
manager). Comunque, non paghi nonostante l'iperattività, aprono il
'93 con l'uscita di MAGIC BULLETS. Sicuramente l’album più
introspettivo sfornato, con l’adeguata produzione di Chris
Potter e la bella copertina dell’illustratore Tim Jonke, che però
non raccoglie i consensi dei precedenti nonostante la bontà delle 13
composizioni, che svelano un’atmosfera meno pervasa dalla
teen-verve a loro cara, ponendosi come un misto tra quanto fatto in
precedenza e un possibile dopo appena abbozzato. La rilassata
Drown colpisce, così come le tirate Rain man
e Greener (punti di contatto col recente passato),
azzeccate Enemy skies ed il singolo Iron Sky
(deboluccio invece l’altro Wallflower). Seguono le
apparizioni ai rinomati Phoenix Festival di metà luglio e
Glastonbury (sul palco del NME, spinti dalle firme Simon Williams e
Steve Lamacq, loro accaniti fans), ma tutto ciò sembra non bastare…
A causa di questo tiepido riscontro l'etichetta tronca anzitempo il
rapporto nel sett.'93, ma i 4 non si perdono d'animo e sono ben lungi
dal mollare. Dopo un periodo di riposo, passano ancora più tempo on
the road, rispuntando con un 7" condiviso con i finlandesi
Refreshments nel febb.'95, suonano prima in Spagna e poi in
Scandinavia una dozzina di riuscite date ed al rientro “busy” Wiz
riparte stavolta per gli States a dar mano agli amici N.A.Dustbin
(come già fatto con i Therapy) a corto di chitarrista per tre
settimane di tour. Dopodichè sono i MC4 a varcare l’oceano,
ancora una volta senza un contratto: i nostri continuano imperterriti
a comporre brani e rodarli in tour, tanto che al ritorno in patria ad
attenderli trovano la Fire records, entusiasta dell’acquisto
puntato e conseguito.
Anticipato
dai singoli Superstar e Skidding, coi quali inizia il
periodo delle accese copertine firmate da Helga Phillips, nel
’96 esce il policromo SOULSCRAPER, sempre prodotto da
C.Potter, con 11 brani -la prima edizione vinile includeva un 7"
con l’inedito Dustbowl, ripescato poi sul n.5 della
comp. Snakebite City della Bluefire-, che perdono forse in
immediatezza pop ma guadagnano in termini di elasticità, ridefinendo
il proprio canone sonoro giocando con chitarre più incisive e parti
più dilatate ma pienamente melodiche (una sorta di hard
shoegazing simil Swervedriver). Il disco divide i fans: c’è
chi dice che è stanco, chi lo esalta… Una prova valida ed onesta
che li avvicina maggiormente all'indie-rock, che con le energiche
Android Dreams e Slow Down, così come le
più articolate The dog lady e I know
where you live, e la brumosa I stop breathing
cattura a dovere. Qui si apre una nuova stimolante fase, in un
momento nel quale sarebbe stato più redditizio gettarsi nella
mischia visto l’imperante trend brit-pop, ma la decisa voglia di
non confondersi con quelle edulcorate bands, ha fatto sì venisse
amplificata l'evoluzione in atto a scapito delle tentazioni
commerciali, fattore che, sommato ad un minore richiamo mediatico
concesso al gruppo rispetto al passato, ha probabilmente significato
lasciar perdere le residue, se non ultime, luci della ribalta. "Siamo
pur sempre una band dalle radici punk!" dichiarò convinto
Wiz a tale domanda...Tanto per cambiare la volubile stampa li
affianca stavolta ad un'altra scena, per ultima quella denominata
traveller-baggy, forse perchè continuamente in giro (dal '91 al '95
hanno fatto 450 gigs, Giappone incluso)... Con questo album però
finisce la Mega-story, che si sciolgono nella primavera dello stesso
1996. Forse l’ultimo inedito pubblicato è Take me Alive,
che vedrà la luce sulla comp. della Mother Stoat The best of
Splatch! nel 1997. Resta il rammarico per quello che poteva
svilupparsi, egregiamente fissato con Soulscraper… A questo
punto Wiz vola in Canada accettando l'offerta dell'amico J. Kastner
in soccorso urgente ai compagni di tours DOUGHBOYS, partecipando in
parte sia alle sessioni che alla composizione dell'album Turn Me
On, bissando quanto fatto con il precedente Crush (disco
d'oro in Canada), dove aveva co-firmato Fix Me e la splendida
Shine, uno dei pezzi più belli nonché maggior successo della
compagine...Il Kastner aveva ricambiato scrivendo per Soulscraper
l'opener Android Dreams (pubblicata pure come singolo) e
Picture perfect. L’esperienza canadese durerà sino a
fine anno, quando deciderà di ritornare in Inghilterra.
Fortunatamente
Wiz, dopo una pausa utile a far chiarezza sul da farsi, non si lascia
sfuggire l'occasione di mettere su un nuovo outfit, concretizzandolo
con l’inflazionato nome SERPICO (non confondeteli con i
newyorkesi capitanati da John Lisa), che dopo una 3 tx-tape del
luglio '99, a dicembre 2000 rilasciano il bel cd Everyone vs.
Everyone su Boss Tuneage. Umilmente Wiz ricomincia daccapo con
rinnovata fiducia, gente nuova ed un bagaglio di esperienza non
indifferente...e si sente: 6 ottimi pezzi (un gioiello Little
Star!) in cui riconosciamo la mano di chi li ha composti, che
richiamano gli ultimi MC4 più energici e corposi, con intatto
pronunciato gusto melodico. Una positiva rentrée, degna delle
migliori pagine del nostro. La band si scioglierà nel 2002 e dalle
sue ceneri nasceranno gli IPANEMA (ennesimo nome affossa
carriera!): dopo l’esordio 7”/cds Je suis un baseball
bat/Skulls del 2003, col trio bello spigliato nei due pezzi
(dalla scattante influenza Foo Fighters), hanno editato il mcd/10”
Me Me Me per la solita ‘Tuneage, disco che tra
l’altro segna il ritorno del compare Gerry Bryant al basso (già
coinvolto nei primissimi Serpico, abbandonati poi per seguire il suo
studio di registrazione nella natia Farnborough). Degli altri due
Megas invece si sono perse le tracce, mancando all'appello da
tempo (anche se nel 2013 il drummer Chris Jones è riemerso con le
sue bacchette negli Snakes, giusto in tempo per incidere
l'album The last days of Rock'n'Roll).
Ma
se parliamo di MC4, non possiamo tralasciare i tanti 7”/cd single
usciti negli anni, tutti con inediti, e mai riempitivi, anzi alcuni
addirittura superlativi (su tutti il (ri)sentimento della mia
preferita Stay Dead, accanto alle deliziose Wilderness
e St.Catherine, la lacrimevole Overlap,
Chrysanth, l'acustica My Own ghost,
Everybody loves you, ed ancora gli inediti King
of Clowns, Friends to fail, When things go wrong nonché la
notevole Apparition proposti via My space e You tube),
cosa che fa pensare meno alla tipica operazione commerciale di
battere il ferro finché caldo o quantomeno farlo senza prendere in
giro i fans. Sarebbero da raccoglierli tutti in un apposito cd!
Intanto mi è giunta voce di un Best of nipponico con 21 tx,
anche se non so chi l’abbia stampato e quando, quindi se qualche
fanatico ne fosse al corrente please mi informi.
MC4
- Tall stories & creepy crawlies è il libro compilato da
Martin Roach per la Independent Music Press nel 1993, che ripercorre
la storia della band tra interviste esclusive, foto ed aneddoti vari.
Tirando
le somme, dico che i MC4 hanno preso spunto dal suono dei Buzzcocks e
Husker Du post 1984 (coi quali condividono l’interesse per i
Beatles, omaggiati ben due volte: hanno prima rifatto Rain, e
poi sul tributo Revolution n.9 A Hard day's Night),
miscelandolo con un carismatico e personale taglio compositivo venato
di malinconia, dalla struttura melodica semplice ed al contempo
raffinata, valorizzata ulteriormente dall’inconfondibile timbro
vocale e dai profondi testi di Wiz (praticamente compositore unico
della band). Certo, le produzioni dei loro albums facevano pendere
l’ago della bilancia in una direzione che li ha sempre portati ad
essere definiti pop (almeno da “Sebastopol”…), però è anche
vero che come i nomi sopra, non si sono mai fatti problemi d’immagine
ed estetica sonora. Mai sono voluti sembrare quel che non
erano, foderando heavy o snaturando il proprio sound per essere
appetibili ad altre fasce di acquirenti (se soltanto avessero
riproposto l’iniziale sound dopo l’exploit neopunk dei Green Day
e conseguente revival, chissà…), bensì lasciando risaltare
appieno il loro luminoso pop-charme dalle armonie squisitamente a
briglia sciolta, che comunque conserverà sempre un approccio sporco
fino alla fine. Troppo pop per un audience punk, troppo punk per
quella classicamente pop: catchy songs dall’indole melodica che si
presterebbero benissimo all'unplugged, ricchissimi di sfumature, però
è quando si caricano di elettricità che quanto esce dagli strumenti
diventa irresistibile! Brani sì dal forte appeal radiofonico,
canticchiabili ma non di consumo spicciolo, credetemi anche qui c'è
una certa dignità a fare la differenza: troppo intelligente la
proposta per essere adibita all’unico scopo della scalata di
classifiche e patinati sogni adolescenziali. E pensare che proprio
qui da noi avevamo i loro più accreditati eredi: i Miles Apart
(capito da dove veniva il nome adottato dagli ex Eversor?), alla
luce di quanto fatto nei vari dischi, che sì possono anche suonare
diversi ma vi assicuro colgo lo stesso spirito e magia degli
inglesi. Un gran bel gruppo, purtroppo scioltosi nel 2007...che vi
invito a scoprire, prima o poi!
In
tempi dove si considerano punk artisti che si atteggiano a
ribelli pur sguazzando nel mainstream o che si comportano da divi da
salotto MTV, sicuramente i MC4 sono punk nell'animo...Naif, ma non
per questo sbarazzini. Checché se ne dica, visto che lo si usa per
tanti e spesso a sproposito, nella loro decennale attività hanno
scritto memorabili episodi, col desiderio di esprimersi liberamente
ed un atteggiamento meno compromesso di quanto possa sembrare dalle
esigenze spremitutto del mercato (chiedere ai Muse, che nel 2010
hanno voluto ricordare la band come una delle loro prime influenze
coverizzando Prague, inclusa nel cd single di Resistance).
Chi afferma che sono stati sopravvalutati dalla critica, chi
sottovalutati dal pubblico, ma una cosa è certa, cioè che hanno
sempre suonato con smisurata passione... Chiamatelo
softcore-hardpop-thrashpop-popcore (la fiera dell'etichetta): per me,
una delle più entusiasmanti powerpop bands emerse dal punk. Quando
la leggerezza non è sinonimo di facile: l’altra faccia del
pop. Quella che non merita affatto l’oblio.
Un
breve ricordo...
Al
contrario del motto dei Clash, per i MC4 il futuro è già stato
scritto, purtroppo: l'amara causa, l’improvvisa scomparsa a
soli 44 anni di Wiz, avvenuta il 6/12/2006 per una emorragia
cerebrale. Ciò ha fatto cambiare il senso originario di questo
scritto (pronto invero già da anni), diventando a tutti gli effetti
un sentito omaggio non solo alla band quanto soprattutto a un
personaggio in grado di calamitare la mia attenzione e sensibilità
musicale. Una persona schiva quanto disponibile e rispettata dai
colleghi, come provano le sincere parole giunte alla famiglia
nell’approntato sito di condoglianze, ed il benefit-gig Four 4
Wiz organizzato in suo ricordo alla Islington Academy di Londra
il 4-3-2007, che ha visto mobilitarsi numerosi amici (John Kastner,
Senseless Things, Carter USM, Ned’s A. Dustbin, Andy Cairns dei
Therapy, membri di Ipanema e Serpico…) alternarsi sul palco
eseguendo assieme ai tre Mega originali diversi brani del
vasto repertorio. Dal report letto, un appassionato e commosso
tributo d’affetto a colui che non c’è più ma solo fisicamente,
anche perché rimarrà sempre vivo in noi il prezioso songwriting di
mr. Wiz, capace di far uscire dalla sua penna autentiche gemme dotate
di fantasia e conquista emozionale, che in più di qualche
occasione portano al famoso brivido che vi accennavo. L'ultima
uscita che lo vede coinvolto è il cd omnio 17tx Ipanema
uscito a gennaio 2008 per B. Tuneage, contenente i pezzi delle
precedenti releases accanto ai nuovi che dovevano comporre il
previsto debut-lp, pronti già in versione demo registrati nel
settembre 2006 alla vigilia della partenza per l’Eastcoast Usa tour
di 7 date, che i restanti membri hanno poi ultimato in studio. In
questo modo sosterrete anche il Forward 4 Wiz Trust, l'attiva
fondazione messa su dalla sua girlfriend Karina Fraser, che si occupa
di aiutare e dare sostegno a bands alle prime armi vogliose di farsi
sentire.
Your spirit will never fall…
“Coz
you give me strenght when i weaken, you pick me up when i am low, and
there’s something that i want to say, a million times a day, Thank
you, you’ve given me something new”
(Thanx,
1990)
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